Durante il secondo anno di università frequentai un corso davvero interessante. In ogni lezione, il nostro professore veneto, ci raccontava un aneddoto. Ogni storia aveva un duplice obiettivo: spronarci a riflettere da un lato e ispirarci dall’altro. Furono le prime vere e proprie lezioni motivazionali a cui partecipai. E fu proprio in una di queste lezioni che si palesò ai miei occhi il primo libro di carattere motivazionale che divenne poi la base del mio pensiero attuale. (Questa storia ve la racconto un’altra volta però). Alla metà di ogni lezione dovevamo scrivere un breve racconto personale in cui descrivevamo una situazione simile all’aneddoto raccontato. La similitudine non stava nei dettagli ma bensì nella morale con cui si concludeva la storia.
Era un modo per fare luce su tanti aspetti della propria vita. In una delle 8 lezioni, il professore, si focalizzò sui tempi di reazione del nostro cervello agli eventi negativi che viviamo nel corso della nostra vita. Quando ricordiamo un evento negativo passato non percepiamo mai la stessa intensità dei sentimenti che abbiamo vissuto all’epoca. Ci appare sempre migliore. Perché? Perché il nostro cervello con il passare del tempo aziona un meccanismo che ci consente di “zuccherare” i ricordi. È qualcosa che accade in automatico (per fortuna) e che avviene in media in 4/5 anni. Bene. Il prof ci spronava ad accelerare questo processo.
Con il passare del tempo ho definito un mio metodo per imparare a vivere bene anche i blue monday (e tutti gli altri day della settimana) in modo da trarvi beneficio. La maggior parte delle volte ci sentiamo giù per per i motivi più banali. Una serie di eventi che si accumulano e ci portano ad essere negativi. Personalmente, sono il tipo di persona che davanti ad un problema complesso o grave, tace e agisce. Davanti ai piccoli inconvenienti impazzisco. Perdo la pazienza perché sento di perdere tempo.
Quando ho una giornata no inizio a pensare a tutte le cose che mi hanno fatto cambiare umore, mi immergo con loro in una vasca. Le lascio libere di circolare e le analizzo. Le analizzo fino a quando il paragone tra loro e il quadro generale della vita crea un divario così grande che alla fine mi viene da ridere. Nel momento esatto in cui scoppio in una risata so che sono riuscita a mettere tutte quelle sensazioni sgradevoli in una libreria. Sono in piedi, davanti a loro. Le guardo li, ferme ed ordinate e mi sento di nuovo padrona del mio umore. Ora sono più semplici da affrontare e gestire.
Adoro questa frase:
L’universo ama la velocità.
Già. L’universo ascolta tutti i nostri desideri indistintamente. Non fa differenza tra i positivi e i negativi. Semplicemente ci fornisce ciò di cui abbiamo bisogno man mano che lo chiediamo. Nel lasso di tempo in cui ci immergiamo tra le sensazioni negative, le lasciamo libere di esprimere ciò che vogliono comunicarci. Affrontandole in fretta diventiamo più consapevoli, più lucidi, nel decifrare il loro messaggio.
Spesso ci risulta difficile confrontarci con ciò che non va perché sentiamo di aver fallito o perché temiamo di fallire. Eppure ce lo dicono da piccoli che “sbagliando si impara” ma cresciamo comunque con il terrore di sbagliare. Ho iniziato la mia attività da poco. La mia predisposizione al controllo è aumentata rispetto a quando lavoravo per gli altri. Faccio test su test, per ogni mia campagna pubblicitaria. Potevo nascere con l’istinto di crocerossina nei confronti degli uomini. E invece no. Io ho l’istinto di crocerossina nei confronti del mio lavoro. Devo sempre risolvere tutto ciò che non va e, se tutto va bene, devo migliorare. Nonostante tutti questi bei propositi so che non tutte le campagne social possono essere un successo. Quali sono i fattori di successo di una campagna? La grafica, il copy, l’esperienza della landing page dopo aver cliccato sulla call to action? Certo ma c’è e ci sarà sempre una variabile che può diminuire la sua riuscita. C’è solo un modo per sbagliare meno, ed è fare di più.
Perciò restare troppo tempo fermi a crogiolarsi non porterà mai ad una soluzione. Tantomeno non porterà ad una soluzione ascoltare i pareri, spesso inutili, altrui. Chiudo con un’altra delle mie frasi preferite:
Se il progetto che avete in mente è giusto e ci credete veramente, andate avanti per la vostra strada e portatelo a termine. Non fate caso a quello che dicono “gli altri” se incontrate una sconfitta temporanea. “Loro” non sono sanno che ogni fallimento porta con sé il seme di un successo equivalente. Napoleon Hill.
Fabrizia